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OPULENZA
EFFIMERA 

 

Inno alla caducità di natura morta contemporanea

Gli studenti del Politecnico di Milano ridisegnano Brera con l’Intelligenza Artificiale

intro

L’immagine elaborata costituisce una reinterpretazione critica del dipinto di Giacomo Ceruti, intitolato “Natura morta con piatto di peltro, aragoste, limone, ampolle di vetro, pane e bottiglia di vino”, appartenente alla prestigiosa collezione della Pinacoteca di Brera.

Questa nuova versione è stata creata utilizzando l'avanzata tecnologia di intelligenza artificiale DreamStudio, che ha consentito di aggiungere una dimensione estetica inedita all'opera originaria, preservandone al contempo i tratti caratteristici e la ricchezza compositiva.

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prompt

[An European-style painting of salmon sushi, sushi chopsticks, lobsters, molecular food, McDonald's French fries, a baguette, Bombay Sapphire, Disaronno (with labels) and spices on a table, using a red and green palette, realistic and raw style, surface blemishes, Scottish cloth placemat - still life where half the food is perfect and inviting, while the other half is spoiled rotten and wasted, mixing exotic, fusion and local ingredients, globalization on cuisine.]

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[OPERA ORIGINARIA]

Natura morta con piatto di peltro, aragoste, limone, ampolle di vetro, pane e bottiglia di vino

AUTORE

Giacomo Ceruti, il "Pitocchetto"

DATA

1750 - 1760

MATERIA E TECNICA

Olio su Tela

DIMENSIONI

43 x 59 cm

INVENTARIO

508

SALA

XXXVI

Il dipinto "Natura morta con con piatto di peltro, aragoste, limone, ampolle di vetro, pane e bottiglia di vino" di Giacomo Ceruti, rappresenta un capolavoro del suo periodo tardo, testimone di una maturità stilistica che fonde la semplicità della vita quotidiana con un'attenzione rigorosa ai dettagli, tipica del realismo illuminista. In precedenza attribuita alla giovinezza dell'artista, tale opera rivela invece la complessità della sua pittura della realtà. La composizione è caratterizzata da una semplificazione formale, virtuosi giochi di luce sui vetri, colori intensi e contrastanti delle aragoste e del limone, e una resa minuziosa dei dettagli, che pongono Ceruti al pari di contemporanei come Luis Mélendez nel cogliere la disadorna poesia della quotidianità. Ceruti, noto per il suo sguardo empatico verso le classi sociali inferiori, eleva una scena apparentemente banale a un livello di grande profondità e significato. La composizione è ridotta all'essenziale: un piatto di aragoste rosse, pagnotte di pane, una bottiglia di vino scuro e due ampolle di vetro con liquidi ambrati. La luce, chiaramente ispirata da Caravaggio, definisce gli oggetti con nitida precisione, conferendo loro una tangibilità quasi palpabile e accentuando i contrasti cromatici che esaltano il rosso delle aragoste contro uno sfondo scuro e neutro. La maestria di Ceruti si manifesta nella trasparenza delle ampolle e nelle superfici lucide delle aragoste, rivelando il suo acuto sguardo naturalistico e un rigore quasi scientifico. La luce modella i volumi e infonde alla scena una calma e stabilità, trasformando semplici vivande in soggetti di contemplazione estetica. La scelta di rappresentare oggetti e cibi comuni riflette la "poesia del quotidiano" che Ceruti riesce a catturare con sensibilità e rispetto, elevando questi elementi attraverso la sua arte. Nonostante il soprannome "Pitocchetto," originato dalla sua attenzione ai ceti più umili, Ceruti conferisce la stessa cura e dignità agli oggetti inanimati, sublimandoli in soggetti nobili. In sintesi, tale dipinto trascende la semplice rappresentazione di cibi e oggetti, trasformandosi in un tributo alla quotidianità osservata con occhio perspicace. L'opera, con il suo equilibrio tra semplicità compositiva e complessità luministica, attesta la maestria di Ceruti nel rendere straordinario l'ordinario, offrendo un'inedita esperienza visiva.

[OPERA GENERATA]

Opulenza Effimera

Inno alla caducità della natura morta contemporanea

AUTORE

Martina Tagliabue

DATA

2024

MATERIA E TECNICA

Opera digitale

DIMENSIONI

1350 × 1080 px

opulenza effimera.jpg

L’opera rappresenta un’elaborata fusione tra influenze storiche e temi contemporanei, configurando una composizione di profonda complessità concettuale. Partendo dal dipinto del Ceruti, e con espliciti riferimenti all'estetica caravaggesca, il dipinto si propone come una meditazione sull'abbondanza e la fugacità della vita, esplorata attraverso il filtro evocativo della natura morta. Storicamente, la natura morta celebrava l’opulenza degli alimenti, fungendo da specchio per lo status sociale e i valori culturali. Una rappresentazione dunque fedele e oggettiva di un brano di natura svincolato dalla figura umana, dove le umili “cose di natura” assurgono al ruolo di protagoniste della rappresentazione pittorica. Il dipinto ritrae una tavola sontuosamente imbandita, dove convergono elementi raffinati e quotidiani. Al centro, due aragoste rosse simbolizzano un'eleganza tra opulenza e declino, mentre accanto le fette di sushi al salmone dialogano tra diverse tradizioni culinarie, enfatizzando l'ormai avvenuta globalizzazione. Le patatine fritte, casualmente disposte, creano un contrasto suggestivo tra piatti gourmet e cibi comuni, delineando un continuum tra esotico e quotidiano. L'omaggio a Caravaggio emerge nella nitida resa della frutta, come un grappolo d'uva e una mela, che richiamano il celebre "Canestro di frutta". Tali elementi enfatizzano la bellezza naturale e introducono il tema della transitorietà, con segni di decadimento che simboleggiano il trascorrere del tempo e la fragilità della bellezza stessa. Un pesce morto, ai margini della composizione, accentua l'idea di impermanenza e degrado. Molteplici bottiglie di alcolici, spezie e condimenti circondano gli elementi centrali, arricchendo l'opera con una complessità stratificata. Questi dettagli, disposti con cura, riflettono la fusione culturale delle tradizioni culinarie contemporanee. L'uso magistrale della luce, con contrasti chiaroscurali, esalta superfici e colori, conferendo alla scena un'aura teatrale. La tavola di legno aggiunge rusticità e autenticità, mentre lo sfondo verde scuro, ricco di ombre, evoca un'atmosfera contemplativa e mistica. Quest'opera si intreccia con le tematiche esplorate nel contesto di Foodscapes, al Padiglione della Spagna, curato da Eduardo Castillo-Vinuesa e Manuel Ocaña, durante la Biennale Architettura 2023 di Venezia, in cui il cibo è analizzato come prisma attraverso cui esplorare le sfide globali contemporanee, quali lo sfruttamento territoriale e l'impatto ambientale della catena alimentare. Tale approccio sottolinea il ruolo centrale della produzione, distribuzione e consumo alimentare nel dibattito sulla sostenibilità e sulla consapevolezza ambientale. Il genere della natura morta contemporanea si evolve per affrontare tematiche come la sostenibilità, lo spreco alimentare e le disuguaglianze sociali. Inoltre, la natura morta può riflettere un crescente interesse per la salute e il benessere, rappresentando diete bilanciate e l'importanza della nutrizione. Attraverso queste opere, gli artisti esplorano il modo in cui la tecnologia sta trasformando la produzione, preparazione e consumo del cibo, offrendo una critica visiva e culturale delle pratiche alimentari moderne.

Merchandising

comunicato stampa

La Pinacoteca di Brera ha inaugurato una sperimentazione audace nell'ambito dell'arte virtuale con la mostra “LANUOVABRERA-AI-GENERATED”. Questa rivoluzionaria esposizione coniuga l'arte classica con la creatività digitale contemporanea, introducendo una prospettiva innovativa sull'interazione tra tradizione e contemporaneità. Gli studenti partecipanti hanno reinterpretato prestigiosi dipinti della collezione della Pinacoteca mediante l'avanzata tecnologia di intelligenza artificiale DreamStudio, mirando a creare opere d'arte originali che dialoghino in modo dinamico e innovativo con le loro controparti storiche. La mostra invita il pubblico ad esplorare la complessa ed intricata interazione tra tradizione e innovazione nell'arte contemporanea, aprendo a nuove interpretazioni e a un profondo dialogo sulla creazione artistica nel contesto dell'intelligenza artificiale. L'opera elaborata rappresenta una sofisticata fusione di influssi storici e tematiche contemporanee, configurando una composizione di profonda complessità concettuale. Basandosi sul dipinto “Natura morta con piatto di peltro, aragoste, limone, ampolle di vetro, pane e bottiglia di vino” di Giacomo Ceruti, e arricchito da evidenti richiami all'estetica caravaggesca, il dipinto si configura come una riflessione sull'abbondanza e sull'effimero della vita, esplorato attraverso il filtro evocativo della natura morta. Storicamente, la natura morta celebrava l'opulenza dei generi alimentari, riflettendo lo status sociale e i valori culturali del suo tempo. Questa rappresentazione fedele e oggettiva di oggetti naturali, distaccati dalla presenza umana, consente a umili "cose di natura" di emergere come protagoniste della composizione pittorica. In un'epoca in cui i dibattiti sull’energia rivestono una rilevanza senza precedenti, il cibo, seppur relegato in secondo piano, esercita un'influenza profonda sulle dinamiche sociali, sul modellamento delle metropoli e sulla trasformazione delle geografie, superando in impatto qualsiasi altra fonte energetica. L'opera in esame si collega alle tematiche affrontate nel contesto di Foodscapes, presentato al Padiglione della Spagna durante la Biennale Architettura 2023 di Venezia, dove il cibo è trattato come una lente attraverso cui esplorare le sfide globali contemporanee, tra cui lo sfruttamento del territorio e l'impatto ambientale della catena alimentare. Questo approccio enfatizza il ruolo cruciale della produzione, distribuzione e consumo alimentare nel dibattito sulla sostenibilità e consapevolezza ambientale. Il genere della natura morta contemporanea oggigiorno si evolve per esplorare tematiche cruciali quali sostenibilità, spreco alimentare, disuguaglianze sociali e benessere nutrizionale, criticando visivamente e culturalmente le pratiche alimentari moderne attraverso una lente tecnologica. Tale iniziativa celebra la rilevanza duratura dei capolavori storici, reintegrati in un contesto contemporaneo che permette loro di essere reinterpretati con inedite prospettive.

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